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AMAT/AMANT
[Chiara Daino: Chi Musa]



dai capelli in poi è il vuoto e insistenza
sul battere, e chi lo fa; insistenza
sul ripetuto, o tutto lo è, da anni.
tutto lo è: fin che questo martello
preciso della musica parlata – Chiara: “la festa
dei sensi” – tra gli altri fatti il più
grande e il solare: il peccato ermafrodìto, anche; l’eccesso
della magrezza, che toglie
il peso; sopportare il male, per
il tuo bene; bene che si misura
in minuti e in centimetri chiari;
la luce è la restaurazione, chi la gusta.

per la commozione molto stridore, e più:
per la depressione, dai venti ai trent’anni.
(da Santa Cecilia e l'angelo, Atelier, 2005)


Filastrocca del pesciolino
di Nadia Agustoni

Nella fontana c’è un pesciolino
un occhio verde uno azzurrino
e vede il mondo di due colori
lo vede dentro e lo vede fuori.

Se gli parli non ti risponde,
ma ti manda una letterina:
“ Io sono il pesce che in ogni mare
prima ti insegue e dopo scompare.”

E come l’ombra gira all’intorno
il pesciolino ha il cuore rotondo:
“ogni mare è qui e là
azzurro e verde prende e dà”.

* A Chiara Daino

CHIARA vive - CHIARA assente - CHIARA è - CHIARA teofanica - CHIARAmente - menteChiara - CHIARA tempesta rapida - CHIARA clima di luce - CHIARA onda elastica - CHIARA onirica - CHIARA negentropia - you CHIARA - tube CHIARA - CHIARA nessun'altra -CHIARA indicibile - CHIARA m'assale - CHIARA m'ossessiona -CHIARA parafrasi/sintesi bretoniana: CHIARA dai capelli di fuoco di legna - CHIARA dai pensieri a lampi di calore - CHIARA DALLA VITA DI CLESSIDRA - CHIARA dalla vita di lontra tra i denti della tigre - CHIARA dalla bocca a coccarda e mazzolino di stelle d'ultima grandezza - CHIARA dai denti a impronta di topo bianco sulla terra bianca - CHIARA dalla lingua d'ambra e vetro strofinati - CHIARA dalla lingua a ostia pugnalata - CHIARA dalla lingua di bambola che apre e chiude gli occhi - CHIARA dalla lingua di pietra incredibile...

Mirko Servetti



L
(une de miel)
AMER

, ,

È resa l’ora nel suo dies.is di lama:
Bal de mélange posthume,
methamphetamine blues,
gemma la gamma stigia dei denti.
È resa l’amalgama:
{ et ce fut toujours vidange pour ange, }
Casa di cura e Colonia penale di stenti,
alle forre postume di Panico già verso,
nella boema Stamberga di Latte,
sulla parte maledetta del Manico!

La sigaretta brucia
fra l’indice giallo e un verde medio
al Mantice: due dita.
L’amaro miele brucia
fra l’indice giallo e un verde medio
al Mantice: dita due.


Fondon le tinte in spire
Le maquillage Lamer Rouge
e riga nera Dernier giù sbavata:
[ Fumisterie Mobili e Rabbia Sire ]
Corpo senz’organi e Teste
al Boudoir amen-o
del gran contrabbandiere di miserie.

La sigaretta brucia
fra l’indice giallo e un verde medio
al Mantice: due dita.
L’amaro miele brucia
fra l’indice giallo e un verde medio
al Mantice: dita due.

Da solide braci, in fiale di bile
lima l’Anima spina e spira,
gemma la vena
rotta e versa – vuoto a vuoto –
fino alla feccia,
nel suo metro quadro di lena:
Binario – in gola – diretto a sè – .

Cala il sipario dei versi
di stesa la porpora dei Tersi.
Épitaphe? – vivo chi legge…





Angelo Felino


pregherò per te.
Ardentemente ho sempre saputo
che pensieri bagnati di dolore
- Anima sanguinante - e le sue urla

sarebbero state ascoltate
sarebbero state esaltate
avvinte in lucente abbraccio.

Insperato, inaspettato
come bacio rubato
hai raccolto stracci di fatica
gemiti e lamenti
Cosmica disperazione
D’un’anima
ch’ardentemente
violentemente cercava
trovava
di nuovo si perdeva.

Ora, il tuo filo, segna il passo
del labirinto luminoso
e scorre le parole del mio divenire
accordate in lucida visione.

Grato per sempre,
trovammo il centro
e un nuovo mondo.

Mostro di conoscenza
segui la mia esistenza
e scorgi
ciò ch’io non scorsi.

Rispolvera d’un tratto
segni e schizzi e tracce
parole e parole rincorse
ad afferrare il perché.

E magicamente
polvere non trova più
ove posarsi.

Dove può adagiarsi
se mi svuoto di me stesso
per permettere a lui
d’esser presente?




Michele D'Anca
(12/08/2007)




Radiazione #11 (poesia per Chiara D.)


umani i nostri corpi si consumano nelle escursioni termiche
li abita la notte nell’attendere le luci del suo termine
dal cielo ritornare dove il giorno si fa morte ricorrente

è un gioco poco eroico con il fuoco la poesia in questo frangente
accadono fenomeni comuni nell’ambiente e come fermi
gli sguardi sono persi dentro agli occhi non comunicano niente
costretti nella morsa d’una calma surreale e permanente
che domina dinamica lo spazio della stanza e lo riempie
di vuoti di tensione tra le cose contenute nella stasi


concise chiare e brevi coincidono coi brividi le frasi
il buio percorrendo non colmabili distanze puro irrompe
rispecchia la tua assenza e la diffonde nel silenzio che si compie









finezza nello strepito, chi salta
o fa i passi intorno, la ragazza

Non sei l’acerbo tu – tra cose
vacue, pettinare e lavare i denti, i capelli
corti, i vestiti, le mani;
non questo provare felice
una cosa, come è; non visitare
questi, perduti, con dediche,
trame, incisi. sa Chiara, deve.




Massimo Sannelli
(da Nome, nome, il Crocicchio, 2007)



POESIOLA PER CHIARISSIMA [INANELLATA]


Stellina lontana in questo scampolo d’inverno stellina lontana
sotto la sferza del buio la mia celeste inquietudine
che allarma Genova l’ombelicale
città come il battello di Rimbaud ancorata alla Lanterna. Lontanisima
caritatevole stella confermami nella luce dell’impossibile
tempo nel bang della tua estinzione che ci illumina,
dimostrami che anche un’anima stellare
può separarsi dalla sua materia e continuare a vivere
nell’eminenza inconcepibile del sole, nel lato
in ombra, oscuro, del creato. Niente potrà convincere un insonne
esposto al rischio del suo dormiveglia
a rifiutare l’offerta di una mano, e in quell’offerta-assedio riascoltare
le voci di un tempo immemorabile, di un senzatempo
che affiora chissà come da altri mondi
oltre la brocca dolentissima degli anni. Ma gli anni passano
di sciagura in sciagura di gradino in gradino
quaggiù noi scivoliamo tutti ci estinguiamo come braci
e a me non basta alzare gli occhi al cielo per resistere -
non di salvezza parlami stanotte
però accompagnami nell’aria
ora e per sempre finché il sempre dura
resta lì appesa, marilina, dammi
forza.




DONNA DI FUERTEVENTURA


esci dal mare col vestito della festa
d'alghe e pesci sonori di rosso
cuscini d'aria; col passeggio sulle dune
rifocilliamo le nostre tumide ansie.
la tua gola è arsa, il mio alito è anice,
insieme sono pronti allo scoppio
come benzina e fuoco steppenwolf.
godi del mio abbraccio pelvico
del colpo di mandrino autocentrante
lo scovolo fulmineo, il pistoneacciaioso.
nella tua pelle sgranata a balzi come rame
sprofondo il mio bulino, i miei attrezzi
scultorei; ti faccio assaggiare il miele
stellato, l'ambrosia in b/n, il breadandbutter
d'una colazione dei campioni; è collina d'eroi
questo letto, la battaglia senza vinti, solo
d’assalto, trincee di pelle nuda e umide
pozzanghere umane, fino alla vittoria

del cosmogonico amore dio.




Sola, solare, solitaria.
Iperbole, grafico con picchi. E vertiginose cadute.
Passionaria di grandi ideali, modellatrice del magma in fermento del suo stesso essere.
Senza guanti di ghisa.
Incosciente coscienza di ciò che sei. E di ciò che intendi fare.
Gravida di gratitudine per tutti i dispensatori di emozioni.
Istinto. Sesso puro.
Gatta, e Dio che banalità.
Niente etichette e bolli di monopolio. Ma non ci credo che non partecipi al Carnevale.
Non so chi tu sei. Pardon, sia. Non vorrei che ti venisse male agli occhi.
Caino e Abele anche loro.
Blu, ghiaccio, liscio quando fa freddo.
Chiara, nera, rossa. E chi lo sa.
Carnale, passionale, ballerina di tango senza musica.
Dura, testarda, idealista senza fede.
Complicata tavolozza di colori caduta in acqua in una tv in bianco e nero.
Mano di poker di parole, tombola di vocabolario.
Oceano infinito di macchie di inchiostro con un senso.
La voce. I gesti. L'interpretazione.
E un'alba può anche essere "bella" se il silenzio esteriore è muto di profondità.


Giammauro Gargiulo




a naiade-danaide chiara daino,
continuasti stoicamente non indarno a versar mots
poetessa appostata criarde/criante sans crainte
contro meteo avverso de super container
(crema di cupra…)
((riot-girl ligure irrorata …


Giuseppe Ratti

A CHIARA D.

Recentemente ho

Di una Chiara rappresentanza del Bello

Conosciuto il gentile all'AnimOmonima

E poi ho

di Lei saputo che

ha un fegato grande che filtra il mondo


Angela Agostinetto




Unica
La tua presenza
nella mia placida vita quotidiana
è stata come
una scossa sismica
nel pianeta oscuro
del mio essere
che è rimasto colpito
nel suo intimo più profondo,
qui insita e nascosta
ora c'è una fiamma
che le tenebre
ris"CHIARA"...
ed un vuoto immenso
non appena sarai trascorsa
attraverso la mia piccola vita resterà...
tutto per il potere
racchiuso in uno sguardo
ammagliatrice e fascinoso
che custodirò
nell'immenso eden della
mia anima


Dennis Geronazzo



IL TUO NOME È CHIARA

Tra cataclismi, nell'aria violacea
Di luce il giorno soccombe,
Svanisce e Risorge
La fanciulla che sogna
Nel dribbling allo specchio.

E nella giostra impetuosa,
Irride con suprema sfida
Le oscure lusinghe
Dell'insensata Morte.
In te confida l'anima nostra
Che piange in Solitudine,
Freme,
S'accende
O inebriata ...ride.
Pulsa all'unisono con noi
Il tuo cuore di ardente metallo,
Insidiando con dolore e fatica
Le avare grazie del Fato.

Ambita creatura
Esaltante sogno
Di magri giorni felici.
Dilaga la vana brace
Di possederti.

Musa.

Disfreni
Con la rubra cromatura
Gli inquieti desideri d'ascesa
Per la contesa sorte
Della tua
Insostenibile Bellezza.


Andrea Anam
(Io non so scrivere poesie).


Andrea Anam Ibba




Grazie che sia: a tutti. Per l'Eterno che (mi) è: verso